Se hai un’azienda ed hai intenzione di assumere personale, la redazione del contratto di lavoro è un passaggio delicato, troppo spesso sottovalutato.
Ci siamo trovati spesso a far fronte, in una fase successiva alla firma del contratto, a contenziosi generati da una errata compilazione di alcune sue parti.
Il contratto di lavoro altro non è che un patto che preserva tanto il datore di lavoro quanto il lavoratore e che ha lo scopo di regolamentare un rapporto trasparente e sereno.
Redigerlo correttamente previene dispute giudiziarie, sanzioni e contrasti, garantendo un clima aziendale sereno e produttivo.
Qui di seguito elenchiamo i 5 errori che più comunemente riscontriamo nell’analisi dei contratti di lavoro.
1. Non indicare correttamente la causale, quando è obbligatoria.
Ancora fino al 31 dicembre 2026, come ha deciso il decreto legge n. 95/2025, è necessario indicare, sui contratti a tempo determinato che superino i 12 mesi, una causale motivata da esigenze tecniche, organizzative o produttive specifiche. Se non dovesse essere presente o non fosse idonea a giustificare l’utilizzo di un contratto a termine per un rapporto di lavoro oltre 12 mesi, il contratto potrebbe essere considerato a tempo indeterminato fin dall’origine.
2. Patto di prova non inserito o non specificato in forma scritta con le mansioni, data inizio/fine, condizioni.
È obbligatorio che il patto sia scritto, con mansioni ben definite. Il lavoratore deve sapere prima di cominciare cosa si aspetta l’azienda durante la prova.
Con la legge 203/2024 (Collegato Lavoro) è stato stabilito che nei tempi determinati fino a 6 mesi, il periodo di prova deve essere ad un giorno di effettiva prestazione per ogni 15 giorni di contratto. Ad esempio, per un contratto a tempo determinato con durata 3 mesi la prova può essere al massimo pari a 6 giorni di effettiva prestazione.
3. Non redigere il Piano Formativo Individuale o redigerlo in modo generico / poco chiaro.
Il D.Lgs. n. 81/2015 stabilisce che l’apprendistato professionalizzante deve avere un piano formativo scritto che delinei obiettivi, modalità, contenuti, formazione esterna ed interna.
Il datore di lavoro ha obblighi di tutoraggio, formazione e monitoraggio del percorso, il mancato rispetto può comportare la perdita dei benefici contributivi, contestazioni o la trasformazione del contratto in uno tempo indeterminatoo normale, con la conseguente perdita delle agevolazioni contributive del caso.
4. Sottovalutare la serietà dell’accordo di smart working, senza definire modalità, presenze, strumenti, controllo, sicurezza, diritti/congedi.
L’accordo di smart working è a tutti gli effetti un contratto di lavoro. Oltre 3,55 milioni di lavoratori nel nostro Paese lo hanno scelto nel 2024 (Fonte: Osservatorio Smart Working) e il trend è in crescita: sempre più lavoratori optano per questa formula che concilia meglio il benessere personale e la vita lavorativa. Nell’accordo di smart working, però, è importante indicare l’orario di lavoro per far valere il diritto alla disconnessione del dipendente anche se questo non si trova fisicamente in sede e garantire parità di trattamento con gli altri lavoratori
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